Tutti noi conosciamo la marijuana (o cannabis) per le sue proprietà, spesso nota al pubblico per lo più come stupefacente illecito, venduta arrotolata come una comune sigaretta; ma essa è molto di più. Oltre che inalata, questa pianta può rappresentare un ottimo infuso rilassante o essere utilizzata come alimento-condimento in modo da stimolare la psiche. Ovviamente è necessario porre attenzione alle dosi di cannabis a seconda dell’effetto che si desidera, in ogni caso i suoi benefici vanno ben oltre la sua ‘cattiva fama’ di allucinogeno o attivatore di schizofrenia; non solo perché affinché l’effetto psicoattivo sia tangibile sarebbero necessari almeno 10 microgrammi di THC per chilo di massa corporea; ma perché assunta correttamente può alleviare dolori dopo interventi chirurgici gravi o anche stimolare l’appetito nei pazienti affetti da tumori.

La cannabis

Le proprietà della marijuana e la sua composizione chimica

La cannabis contiene THC (tetraidrocannabinolo) e CBD (cannabidiolo), prodotti chimici presenti in diversa concentrazione a seconda della coltura della pianta di marijuana. Sono le sostanze chimiche che causano gli effetti psicologici della cannabis: si collegano ai recettori delle cellule nervose e ne alterano il normale funzionamento, modificando quindi il comportamento usuale della persona. Possono collegarsi a memoria, coordinazione e piacere, stimolare la fame o indurre la persona che l’assume in uno stato di profondo relax. Si sta incoraggiando l’uso di queste sostanze a scopi medici perché recenti ricerche hanno dimostrato che il CBD allevia il dolore, senza però legarsi ai recettori cerebrali come farebbero le pericolose droghe come morfina o eroina. Il cannabidiolo crea euforia stimolando le cellule cerebrali a rilasciare dopamina ma non rappresentano un rischio per la salute del paziente al contrario dei più potenti allucinogeni.
La varietà a più alto contenuto di CBD è detta Flower Power, cannabis legale dal sapore molto dolce che proprio per le sue caratteristiche non è vietata perché non psicotropa.

Cannabis come rimedio per l’artrite

I vantaggi nell’uso della cannabis per alleviare dolori e scoraggiare il peggioramento dell’artrite reumatoide

Molti studi scientifici stanno rivalutando THC e CBD come efficaci rimedi contro i sintomi dell’artrite.
Alcuni pazienti scelgono la cannabis per alleviare dolori e infiammazioni senza pagare con fastidiosi effetti collaterali il proprio sollievo e anzi alcuni dati indicano che i cannabinoidi contenuti nella pianta sono in grado di rallentare la progressione dell’artrite reumatoide (RA). Il termine artrite fa riferimento a moltissime malattie che colpiscono le articolazioni e il tessuto circostante, tra le quali l’artrite reumatoide, un malanno delle articolazioni che infiammate causano dolori, gonfiori e nei casi più gravi addirittura la perdita di funzionalità di un arto.
Viene spesso scambiata per artrosi od osteoporosi che provocano dolori articolari, ma la RA è una malattia autoimmune che compare quando anziché combattere intrusi il corpo si auto-ferisce, impedendo il corretto movimento delle articolazioni, distruggendo la cartilagine ed erodendo le ossa. Essendo quindi una malattia pericolosa, in alcuni Paesi sono stati portati avanti degli studi per la ricerca di una cura, sia per i dolori che per il male stesso e molti sondaggi in Gran Bretagna hanno rilevato che molti degli intervistati affetti da artrite utilizzavano la cannabis per ridurre il dolore nel movimento e migliorare il proprio sonno, senza soffrire di alcun danno collaterale. La cosiddetta cannabis light è sempre più consigliata come antinfiammatorio per artrite e reumatismi grazie all’alto ad un contenuto di CBD intorno al 26%; e molte ricerche in campo medico hanno addirittura ipotizzato che l’uso accurato potrebbe sensibilmente rallentare l’aggravarsi della malattia.