HHC: divieto ufficiale da parte dell’ONU
Durante la 68ª sessione della Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti (CND), tenutasi a Vienna nel marzo 2025, è arrivata la decisione attesa da tempo: l’HHC (esaidrocannabinolo) è stato ufficialmente inserito nella Tabella II della Convenzione sulle Sostanze Psicotrope del 1971.
uesto significa che l’HHC, fino a oggi venduto in diversi paesi come sostituto legale del THC, sarà da ora in poi consentito solo per uso medico e scientifico.
La raccomandazione – già annunciata a inizio febbraio dalla Commissione europea, che aveva invitato gli Stati membri a votare a favore – è stata approvata con una maggioranza qualificata, come previsto dall’articolo 17 della Convenzione. Solo gli Stati Uniti si sono astenuti. I Paesi che hanno votato favorevolmente includono Italia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Canada, Australia, Cina e molti altri, superando la soglia richiesta dei due terzi.
Cos’è l’HHC e perché è sotto accusa
L’HHC, o esaidrocannabinolo, è un cannabinoide presente in quantità minime nella pianta di canapa – in particolare nei semi e nel polline. Tuttavia, l’HHC commercializzato non è naturale: viene sintetizzato in laboratorio attraverso un processo di idrogenazione che modifica la molecola del THC.
La produzione di HHC avviene trattando l’estratto di cannabis ricco di THC con idrogeno in un contenitore pressurizzato. A questa miscela vengono aggiunti catalizzatori chimici come nickel, platino, palladio e iridio, che facilitano la trasformazione in un olio denso chiamato HCO (olio di cannabis idrogenato). Il prodotto finale è un composto sintetico con una struttura simile al THC, ma con alcune modifiche molecolari.
Effetti e possibili rischi dell’HHC
Nonostante l’HHC venga spesso paragonato al THC per struttura ed effetti, non esistono ancora studi scientifici certi sui suoi effetti a lungo termine. Le informazioni disponibili si basano principalmente sull’esperienza diretta dei consumatori e sulle dichiarazioni dei produttori.
Tra gli effetti comunemente associati all’HHC troviamo:
- Alterazioni percettive;
- Euforia e stato di sballo;
- Fame chimica;
- Spossatezza e alterazioni dell’umore;
- Senso di confusione.
Tra i possibili effetti collaterali, molti utenti hanno riportato sintomi simili a quelli causati dal THC:
- Ansia;
- Secchezza delle fauci;
- Occhi rossi e secchi;
- Paranoia;
- Insonnia.
Legale o illegale? La zona grigia dell’HHC prima del divieto
Fino alla decisione dell’ONU, l’HHC si trovava in una sorta di zona grigia normativa: non regolamentato in modo chiaro, era spesso disponibile sul mercato come alternativa “legale” al THC. Tuttavia, non era né completamente sicuro né formalmente approvato. Non esistono certezze nemmeno riguardo alla rilevazione dell’HHC nei test antidroga, ma la somiglianza con il THC rende plausibile che venga intercettato nei controlli, con conseguenze legali non trascurabili.
Cosa cambia dopo il bando ONU
Con l’inclusione dell’HHC nella Tabella II, il suo uso ricreativo sarà vietato in tutti i 184 Paesi firmatari della Convenzione ONU, Italia compresa. La produzione, distribuzione e consumo saranno ammessi solo a scopi medici e scientifici, e soggetti a regimi di prescrizione e licenza.
Questo significa la fine del mercato internazionale dell’HHC, anche in quegli Stati che ancora ne permettevano l’utilizzo. Una svolta epocale per l’intero settore.
La posizione di Canapando: dissociazione totale già nel 2023
Mentre gran parte del mercato puntava sull’HHC come “novità” promettente, Canapando ha scelto di dissociarsi apertamente fin dal 2023 da ogni forma di promozione, vendita o distribuzione di questo cannabinoide sintetico.
Una scelta di coerenza e responsabilità, quella di Canapando, che da sempre si impegna a promuovere una cultura della cannabis naturale, legale e sicura, scegliendo di non supportare la diffusione di sostanze artificiali come l’HHC. I motivi della presa di posizione sono chiari:
- L’HHC non è un cannabinoide naturale, ma un composto sintetico ricreato in laboratorio;
- La sua produzione richiede l’uso di sostanze chimiche potenzialmente nocive, come nickel, palladio e iridio;
- Mancano evidenze scientifiche affidabili sugli effetti a lungo termine;
- La sua diffusione non è in linea con i principi etici di Canapando, che si impegna da sempre a offrire solo prodotti sicuri, naturali e conformi alla legge.
Questa posizione anticipava, di fatto, quanto poi sancito a livello internazionale dall’ONU, confermando la lungimiranza e l’integrità di Canapando.
L’impatto sul mercato dei cannabinoidi
Il bando dell’HHC rappresenta una svolta radicale per l’intera industria della cannabis. Tutti i produttori e distributori di HHC dovranno ora adattarsi rapidamente, rimuovendo il composto dai propri cataloghi e adeguandosi alle nuove normative.
Tuttavia, il divieto non coinvolge cannabinoidi legali e naturali come CBD e CBG, che restano perfettamente commerciabili e apprezzati per le loro proprietà benefiche e l’assenza di effetti psicoattivi.
Canapando guarda al futuro: solo cannabis naturale e legale
Grazie alla scelta di non cedere alle mode del momento, Canapando si conferma oggi come una delle realtà più affidabili e coerenti nel panorama italiano della cannabis legale. Il brand continua a proporre:
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Tutti i prodotti Canapando rispettano rigorosi standard qualitativi, sono testati in laboratorio e perfettamente in linea con le normative vigenti.
La messa al bando dell’HHC da parte dell’ONU segna un punto di non ritorno nella regolamentazione internazionale delle sostanze psicoattive. È una conferma per chi, come Canapando, ha scelto fin dall’inizio di non seguire le tendenze pericolose, ma di mantenere alta l’attenzione su sicurezza, legalità e qualità.
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