Una sberla epocale.
La Corte di Cassazione ha appena fatto a pezzi il Decreto Sicurezza di Salvini, Meloni e Piantedosi.
Non una critica, non un appunto. Una demolizione punto per punto.
Lo ha fatto con una relazione durissima, la n. 33/2025, che di fatto denuncia l’incostituzionalità della legge approvata dal governo e che getta le basi per la bocciatura definitiva da parte della Corte Costituzionale.
La Cassazione scrive che il decreto è un minestrone pericoloso che mette insieme mafia, canapa, migranti, cortei, agenti segreti e donne rom incinte.
Che il Governo ha adottato un decreto senza che ci fossero necessità e urgenza.
Che le nuove norme penali sono entrate in vigore senza nemmeno dare il tempo ai cittadini di conoscerle.
Che il decreto rischia di colpire non chi commette un reato, ma chi dissente nei cortei o attraverso la resistenza passiva nelle carceri o nei Cpr.
Che la possibilità che i servizi segreti – sì, proprio loro – possano “dirigere” organizzazioni terroristiche a scopo preventivo è preoccupante.
Follie su follie.
Ora la parola finale passa alla Corte Costituzionale. E se c’è ancora uno Stato di diritto, sarà lei a demolire, una volta per tutte, questo mostro giuridico.
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