In questi giorni in cui la parola “illegale” sta spopolando sui social e nei luoghi pubblici in Italia, è importante porre l’attenzione su quali siano le posizioni internazionali e, in particolare, le opinioni dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sul tema della cannabis.

A sessant’anni dall’inclusione della cannabis nella Convenzione unica sugli stupefacenti, infatti, l’agenzia speciale dell’ONU si è pronunciata sul tema, riconoscendo le proprietà mediche della cannabis e chiedendo una sua riclassificazione a livello internazionale, al fine di rimuoverla dalle sostanze pericolose e includerla a pieno diritto in quelle legali.

Questa svolta storica entra, chiaramente, in contrapposizione con le posizioni che in questi ultimi mesi hanno interessato gli alti vertici italiani. Ora entriamo nel dettaglio per capire il perché di questa decisione.

OMS: CANNABIS LEGALE, ALCOL E TABACCO MOLTO PIÙ PERICOLOSI

Era il 1954 quando la cannabis, in tutta la sua interezza, venne inclusa nella Convenzione unica sugli stupefacenti, una scelta dettata dagli effetti psicoattivi causati dal THC.

Oggi, a sessant’anni da quella dichiarazione e dopo gli innumerevoli studi internazionali, l’OMS, l’unico organo con il potere di revisionare questo documento, ha dichiarato che:

  • La cannabis e la resina devono essere eliminate dalla categoria restrittiva;
  • Gli estratti e le tinture di cannabis contenenti il THC e i suoi isomeri dovrebbero essere inclusi nei preparati farmaceutici;
  • Il Cannabidiolo (CBD) dovrebbe essere escluso da queste convenzioni internazionali, in quanto i preparati con la sua base non sono “sotto il controllo internazionale”.
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Pregiudizio e decisioni senza informazioni sono state sicuramente alla base della prima decisione ma, ad oggi, l’OMS ha potuto tranquillamente affermare che la cannabis è 114 volte meno pericolosa dell’alcol. Se, infatti, i morti per l’alcol sono stati attestati intorno ai 400mila e quelli per il tabacco intorno ai 70mila, i morti certificati a causa dell’utilizzo della cannabis sono zero.

QUALE FUTURO ATTENDE I GOVERNI NAZIONALI: LE NUOVE RIFORME

canapa bioedilizia

Secondo quanto dichiarato dall’OMS, quindi, l’attuale divieto dovrebbe essere sostituito da «un rigoroso approccio legale». Da questo punto di vista, i governi nazionali dovrebbero prendere in considerazione questa decisione per modificare il proprio approccio interno alla cannabis; ad oggi, infatti, i governi si erano attenuti a quanto dichiarato dalla Convenzione unica sugli stupefacenti.

Il futuro della Cannabis a livello internazionale verrà deciso nel marzo 2020 quando la Commissione ONU si pronuncerà al completo sull’argomento stupefacenti.

Al momento, dunque, l’Italia sembra l’unica a non voler accettare la decisione dell’agenzia internazionale, ma, con alta probabilità, si troverà presto a doverla rivalutare.