In assoluto tra le specie vegetali più chiacchierate e discusse, la marijuana è stata recentemente al centro di una piccola rivoluzione che l’ha portata sugli scaffali dei negozi accreditati. A causa dell’accesissimo dibattito di cui è protagonista, questa pianta è al centro di una lunga serie di preconcetti ed equivoci. Per fare un po’ di chiarezza cercheremo di presentare le caratteristiche di questa specie vegetale, offrendo alcune indicazioni circa il THC e il cannabidiolo, le principali sostanze in essa contenute.

Marijuana: che cos’è e quali sono le sue proprietà

La marijuana è una sostanza psicoattiva ottenuta dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili di canapa (cannabis sativa). Queste piante possono raggiungere dimensioni ragguardevoli, superando i tre metri. La resina prodotta dalle infiorescenze della cannabis contiene sostanze dette cannabinoidi, flavonoidi e terpenoidi.

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Al primo gruppo appartiene anche il THC, uno dei principi attivi più importanti e discussi di questa pianta. Esso presenta proprietà psicotrope, poiché è in grado di legarsi ad alcuni recettori e rilasciare dopamina e glutammato. Recenti ricerche avrebbero provato che l’assunzione prolungata di THC può causare danni, sebbene la sua modesta tossicità scoraggi questa teoria. Per andare incontro ad un’overdose da THC, inoltre, se ne dovrebbero assumere quantità elevatissime e molto poco probabili. L’altro grande protagonista degli studi effettuati di recente sulle proprietà della cannabis è il CBD, ovvero il cannabidiolo, un metabolita contenuto in buone quantità anche nella marijuana legale (al contrario del THC, quasi totalmente assente). A tal proposito, la canapa ad alto contenuto di CBD sembrerebbe poter modulare l’attività del recettore della serotonina 5-HT, con effetti molto importanti sull’organismo umano. Ecco di seguito una lista con quelli più importanti.

Proprietà della marijuana al CBD

L’uso di CBD comporterebbe effetti antidepressivi, neuro-protettivi e ansiolitici. Inoltre, studi recenti affermano che il CBD avrebbe la capacità di bloccare la diffusione di alcuni tumori inibendo la produzione di cellule cancerogene. Nonostante il recente parere negativo offerto dal Consiglio Superiore di Sanità circa la vendita legale della marijuana priva di THC, il documento ufficiale redatto in quell’occasione evidenzia esclusivamente preoccupazioni circa la pericolosità delle interazioni con altri farmaci. In realtà, pare che questa sostanza sia in grado di curare un gran numero di malattie e stati dolorosi. Innanzitutto, il CBD non è psicoattivo, ovvero non provoca nessuno degli effetti associati comunemente alla cannabis. Il THC è la sostanza responsabile degli effetti psicotropi e la sua assunzione può generare momenti di paranoia, ansia e panico. Al contrario, il CBD sarebbe in grado di contrastarne i sintomi, grazie alle sue capacità sedative che ne limiterebbero parte delle conseguenze negative. Inoltre, il CBD sarebbe in grado di ridurre infiammazioni e dolori. Alcuni test di laboratorio confermano la capacità del CBD di agire sul recettore CB1, garantendo importanti effetti analgesici. Il CBD sembrerebbe mitigare alcune forme ansiose, tra cui il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e il Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS). Inoltre, contiene alcuni componenti antinfiammatori che contribuirebbero ad inibire la sintesi dei lipidi. Il risultato? Il CBD sarebbe in grado di combattere l’acne, in quanto capace di agire direttamente sulle ghiandole sebacee, producendo un’azione lenitiva e disinfettante. Nonostante sia noto per gli effetti calmanti, il CBD avrebbe anche proprietà energizzanti, in quanto capace di rigenerare le cellule. Essendo un ottimo antiossidante, è comunemente ritenuto anche un eccezionale anticancerogeno, essendo in grado di bloccare la proliferazione delle cellule tumorali.