Ieri (8 Settembre), a Roma, è stato votato in commissione Giustizia della Camera, il nuovo testo base della legislazione sulla Cannabis.

Un primo passo davvero importante che propone di consentirne la coltivazione per uso personale, inasprendo allo stesso tempo le pene per il traffico, la detenzione e lo spaccio di grandi quantità.

Dopo un anno di dibattito,  i gruppi parlamentari sono riusciti a raggiungere una “sintesi ragionevole”, come l’ha definita il Presidente della Commissione Mario Perantoni, (Movimento 5 stelle), nonché relatore del testo.

Mario Perantoni ha annunciato che: “si depenalizza la coltivazione di non oltre 4 piante ‘femmine’ in casa”.
Se si diminuiscono le sanzioni per i fatti di lieve entità, aumentano da 6 a 10 anni le pene per i reati connessi a traffico, spaccio e detenzione ai fini di spaccio della cannabis”.

A favore si sono espressi il Partito Democratico, il Movimento 5 stelle, Liberi e uguali e i Radicali. Italia Viva si è astenuta.
Hanno invece confermato la loro opposizione tutti i partiti di destra, per i quali la nuova legislazione sulla cannabis non sarebbe una priorità per l’Italia.

Vediamo nel dettaglio cosa dice la proposta di legge.

Cosa dice la proposta di legge sulla Cannabis

Il testo adottato in commissione mira a modificare il Testo unico sugli stupefacenti, in vigore dal 1990, autorizzando la coltivazione domestica per l’uso personale, riducendo le pene per i reati di lieve entità e aumentandole per i reati gravi connessi alla cannabis. Questi gli articoli del nuovo testo base:

– All’articolo 1 si concede ” a persone maggiorenni la coltivazione e la detenzione per uso personale di non oltre quattro femmine di cannabis, idonee e finalizzate alla produzione di sostanza stupefacente e del prodotto da esse ottenuto”.

– All’articolo 2 vengono aumentate le pene relative al traffico, alla detenzione e allo spaccio di grandi quantità di cannabis. Si prevede la “reclusione da 8 a 20 anni” e una multa da “30 mila a 300 mila euro”. Le pene attuali prevedono la reclusione da 3 a 12 anni e multe da 20 mila a 250 mila euro.

– Con l’articolo 3 vengono invece ridotte le pene per i reati che riguardano il possesso o la cessione di quantità definite di “lieve entità”. Esse comporterebbero la reclusione fino a un anno per i reati connessi alla cannabis e a 2 anni per quelli connessi ad altre sostanze.
Inoltre, vengono introdotti i “lavori di pubblica utilità” come misure alternative alla detenzione. Questo per un massimo di due volte: dopo scatterebbe comunque l’arresto.

Un grande passo avanti per l’Italia per una misura a tutela dei consumatori e a sfavore delle narcomafie.

A Gennaio si era già espresso a sostegno di una nuova legislazione il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho. Disse: “legalizzare le droghe leggere toglierebbe lo spazio alle mafie”.

L’iter per la sua approvazione è però ancora lungo. Prima di poter essere portata in aula dovrà attraversare il voto sugli emendamenti che verranno proposti e votati in commissione.

La depenalizzazione della cannabis nel mondo

Il 2020 è stato un anno storico per la cannabis, dopo che la Commissione per gli stupefacenti delle Nazioni Unite l’ha rimossa dalla lista delle sostanze più pericolose per gli esseri umani, dopo oltre 70 anni di demonizzazione e criminalizzazione.
Molti paesi del mondo hanno già da tempo depenalizzato, legalizzato o liberalizzato l’uso della pianta e molti fanno parte proprio dell’Unione europea.

Quello che è stato avviato ieri è, dunque, un passo davvero importante. Tra i vari effetti benefici della proposta c’è anche quello di incentivare le strategie di harm reduction suggerite dall’Onu.
Di cosa parliamo? Di politiche pubbliche  volte a ridurre gli effetti negativi che ricadono sui consumatori di sostanze, sul piano dell’offerta sanitaria, dell’inclusione sociale e legale, alternative alle rigide politiche di criminalizzazione.

Insomma, la strada è ancora lunga ma ieri si è scritto un pezzetto importante di storia della Cannabis.

Canapando e l’associazione #DeveEssereLegale

A sostegno di ciò (e di tutti quei pazienti con regolare ricetta medica che hanno difficoltà a reperire il prodotto prescritto), nasce #DeveEssereLegale.

All’interno del gruppo Canapando diamo voce a questa associazione, senza scopo di lucro, che si pone l’obiettivo di supportare i malati nella coltivazione di cannabis terapeutica. Il tutto per garantire l’approvvigionamento necessario per le cure.

Non solo! #DeveEssereLegale si pone l’obiettivo di divenire un aggregatore culturale che diffonda la cultura della pianta a discapito di quella dello sballo.

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