Le 500.000 firme raggiunte per il referendum sulla cannabis sono sicuramente un grande risultato. Sono un grido di libertà contro una classe politica ignorante e ipocrita, che non è in grado di essere al passo con i tempi.
Questa grande partecipazione politica, sempre più rara in Italia, è frutto anche dei tempi che corrono. Probabilmente 20 anni fa senza i potenti mezzi comunicativi dei social non si sarebbe ottenuto questo risultato. Ma non bisogna assolutamente dimenticare il lavoro quotidiano di migliaia di appassionati che nonostante mille difficoltà, portano avanti il proprio lavoro nel settore della cannabis mossi da una vocazione, se non addirittura un sogno. Quello di poter finalmente vedere finalmente libera una pianta, uno stile di vita e una cura per molti.

Noi di Canapando giorno dopo giorno ci sentiamo di aver contribuito a questo obiettivo concretamente, efficacemente e personalmente. Noi ci siamo sempre stati. Grazie alla nostra rete capillari di negozi siamo stati in prima linea sensibilizzando avventori e clienti e facendo propaganda. Sì, propaganda. Ne è un esempio la campagna di vignette firmate a Ivan Art e attiva da maggio ad agosto per la quale abbiamo fatto un importante investimento economico, senza un diretto ritorno pubblicitario. Abbiamo fatto tutto ciò perché amiamo questa pianta e volevamo far riflettere le persone e mettere alla luce paradossi non più accettabili.

Chi la cannabis ce l’ha dentro e ha vissuto sulla propria pelle per anni le ingiustizie di una legge folle si attiva e fa campagne senza avere come stella polare il tornaconto economico, senza erigersi a paladini della legalizzazione. Questa è la differenza tra chi fa business e appassionati.

Noi siamo fatti così. Preferiamo non scendere a patti con i nuovi attivisti del business green, piuttosto, senza tante proclamazioni, preferiamo parlare alle persone, raccontare loro il lavoro che c’è dietro e i benefici della pianta. Insomma, creiamo interesse, stimoli e aggregazione, vivendo, perché è il nostro pane quotidiano che ci permette di sostenerci, questo magnifico prodotto tutti i giorni.

Per questi motivi è nata Deve Essere Legale, un’associazione completamente no profit che si pone l’obiettivo di assistere nell’approvvigionamento di cannabis terapeutica a chi ha diritto alla cura. Basterà la ricetta medica quindi per trovare il prodotto sempre disponibile, un vero e proprio miraggio per tutti i pazienti di oggi. Forse la fine di una grande ingiustizia è alle porte, con la speranza che non ci siano più leggi proibizionistiche, una cieca burocrazia e costi insostenibili che negheranno ancora una volta il diritto alla cura di migliaia di malati.