Continua il nostro viaggio nel mondo dei terpeni e delle loro proprietà.
Con l’arrivo dell’estate vi abbiamo già parlato del Cedrene, del Geraniolo e del P-Cymene e, quindi, non può mancare all’appello l’ultimo dei profumi della stagione: il Nerolidolo.
Partiamo dalla sua prima caratteristica tecnica: questo terpene è un sesquiterpene. Come abbiamo visto all’inizio di questo viaggio,  a differenza dei monoterpeni presenti principalmente nelle infiorescenze, questo terpene è soprattutto nelle foglie, pertanto è meno volatile, ma più aromatico. Non è un caso, infatti, che sia naturalmente utilizzato per allontanare gli insetti, tipici di questa infestata stagione. Ma non è l’unica capacità di questo terpene.

Come noi di Canapando® continuiamo a ripetervi, i terpeni hanno infinite proprietà terapeutiche e ognuno di loro agisce su specifiche aree del corpo. Nel caso definito del nerolidolo, il suo punto di azione riguarda principalmente il cervello e la pelle. Studi certificati e riconosciuti, che vedremo nel dettaglio tra poco, hanno dimostrato che il nerolidolo ha forti proprietà ansiolitiche, neuro protettive e antibatteriche. Ne consegue che i suoi usi in campo medico possono spaziare dalle applicazioni cutanee a quelle puramente inalatorie. Nel caso del consumo di cannabis, ci concentriamo specificatamente su quest’ultimo fronte, dove il suo impiego è ampiamente noto e conosciuto. Ma andiamo nel dettaglio partendo dalla prima domanda: dove si trova il nerolidolo?

Dallo zenzero alla mela: dove troviamo il nerolidolo

Con gli odori tipici della terra e del legno, delle note fruttate e floreali, il nerolidolo è presente in molti emblemi alimentari e naturali della stagione estiva. Lo zenzero e la mela sono tra i primi alimenti nei quali è possibile ritrovare questo terpene; nella natura, invece, oltre alla cannabis lo ritroviamo nella rosa e nella lavanda, che è nota, infatti, per il suo potere calmante e rilassante, da qui la proprietà ansiolitica del nerolidolo. Ma non solo.

Anche nel caso delle sue locazioni, questo terpene è estremamente variabile. Lo troviamo, infatti, nella Myrceugenia cucullata e nella Melaleuca quinquenervia, piante sempreverdi della famiglia del mirto, presenti prevalentemente nell’America del sud e in Australia; in questa stessa regione lo troviamo anche nell’Eucalyptus nova-anglica che, come suggerisce il nome, fa riferimento alla famiglia dell’eucalipto, le cui proprietà pure sono state ampiamente raccontate nel nostro focus sull’Eucaliptolo; spostandoci, poi, in Mexico, troviamo il nerolidolo nella famiglia delle orchidee e, più in generale, nella Salvia runcinata, della radice omonima.

Come altri terpeni, anche il nerolidolo è utilizzato nell’industria della cosmesi e nell’area alimentale come semplice aromatizzante. Nel primo caso, in particolare, questa molecola è stata sottoposta a test che ne verificano la sua capacità di migliorare l’assorbimento cutaneo dei farmaci, anche quelli assunti per via transdermica. Ma come anticipato, il suo potere va ben oltre quello legato al senso del tatto: le sue proprietà terapeutiche dal punto di vista inalatorio e, quindi olfattivo, interessano anche altri ambiti oltre la pelle. Andiamo nel dettaglio delle sue proprietà.

Corpo e cervello: dove e come agisce questo terpene

Partiamo, quindi, dalla proprietà più nota e conosciuta del nerolidolo: la sua capacità ansiolitica. I test di laboratorio effettuati sui ratti hanno subito rilevato la capacità di questo terpene di influire e inibire l’attività celebrale non trattata. Il meccanismo di azione è ancora sconosciuto, ma quello che è certo è che il suo potere inalatorio, come quello messo in atto dal fumo della cannabis, riesce a calmare gli stati di agitazione, anche già avanzati.

 

Un altro punto interessante sempre sul fronte celebrale riguarda la capacità neuroprotettiva del terpene. Nello specifico, il nerolidolo è stato messo a confronto con la vitamina C e con il Diazepam, altrimenti conosciuto come Valium. Anche in questo caso uno studio effettuato sugli animali ha rilevato l’alto potere sedativo – già dimostrato nel campo ansiolitico – ma, soprattutto, l’effetto antiossidante dei neuroni presenti nell’ippocampo. Questi test sono ancora in fase di revisione.

In ultimo c’è il potere antibatterico, collegato anche alle capacità antiinfiammatorie del nerolidolo. Nello specifico, l’inalazione di questo terpene si è rivelato molto potente nell’attenuare il potere della Leishmaniosi animale, quindi gli attuali studi si stanno concentrando sulla sua applicazione umana: infatti, ad oggi, la Leishmaniosi non è solo un disturbo tristemente noto nel mondo a quattro zampe, ma affligge circa 14 milioni di persone nel mondo. Questi studi, che risalgono al 2016, sono ancora oggi sotto osservazione.